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Mancata mediazione: l’improcedibilità si gioca tutta in primo grado

  • Immagine del redattore: Dott. Mauro Vanacore
    Dott. Mauro Vanacore
  • 30 set
  • Tempo di lettura: 2 min
Nel sistema della mediazione obbligatoria, la regola sulla tempestività dell’eccezione di improcedibilità è decisiva: quando il giudice di primo grado ordina la mediazione (c.d. mediazione delegata), eventuali vizi della procedura (omesso esperimento, esito solo preliminare, irregolarità) devono essere eccepiti alla prima udienza utile successiva al termine concesso. Diversamente, l’eccezione non potrà essere proposta per la prima volta in appello. Si tratta di un orientamento confermato dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria (sent. n. 749/2025) e in linea con la giurisprudenza di legittimità.

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Il caso in breve


Nel giudizio esaminato, il tribunale aveva delegato le parti alla mediazione, fissando un termine. La procedura era stata avviata ma interrotta nella fase preliminare per mancata adesione di una parte. Nessuno, però, aveva sollevato l’improcedibilità alla prima udienza successiva all’ordine del giudice: il processo era proseguito e si era giunti a una decisione sul merito. In appello, una parte ha provato a far valere per la prima volta l’eccezione, ma la Corte l’ha ritenuta preclusa: la condotta processuale successiva (prosecuzione senza eccezione) sana l’eventuale vizio del tentativo di mediazione. Inoltre, il solo rifiuto di aderire alla mediazione non basta, da sé, a fondare l’improcedibilità se l’eccezione non è stata tempestivamente proposta.

Scarica la Sentenza nº 749-2025 della Corte D’Appello di Reggio Calabria



Cosa cambia (in pratica) per chi litiga e per chi difende


Per parti e professionisti il messaggio è semplice: dopo l’ordine del giudice, occorre verificare subito l’esito della mediazione e, se emergono irregolarità o omissioni, eccepire l’improcedibilità alla prima udienza utile. Proseguire nel merito senza eccepire equivale, nei fatti, a rinunciare alla doglianza e a precludere la censura in appello. La strategia processuale, quindi, si gioca in primo grado e richiede puntualità nella rilevazione e nella formalizzazione a verbale di quanto accaduto in mediazione. 



La pronuncia conferma un principio operativo chiaro: nell’ambito della mediazione obbligatoria, l’improcedibilità è un’eccezione a “termine corto”, che va spesa immediatamente dopo l’ordine del giudice. Attendere l’appello significa arrivare fuori tempo massimo.  


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