Mediazione nella divisione ereditaria: perché conviene davvero (Guida 2025)
- Dott. Mauro Vanacore

- 1 ago
- Tempo di lettura: 3 min

Un problema comune, una soluzione ancora poco conosciuta
Quando più eredi ricevono beni in comproprietà – una casa, un terreno, quote di un conto, titoli o crediti – il passo successivo dovrebbe essere la loro ripartizione. Purtroppo, valori affettivi, aspettative diverse e informazioni incomplete trasformano spesso la divisione ereditaria in un vero stallo: anni di causa, costi crescenti e rapporti familiari logorati.
La mediazione civile offre un’alternativa concreta. Non è un rito formale né un processo parallelo, ma un tavolo di confronto assistito da un professionista imparziale che guida gli eredi verso un accordo equilibrato, sostenibile e – soprattutto – più rapido di qualunque contenzioso.
Dal tribunale alla sala di mediazione
Nelle controversie successorie la mediazione è ormai, nella maggior parte dei casi, un passaggio obbligatorio prima di andare in giudizio. Vale quindi la pena sfruttarla al meglio. Invece di aspettare il calendario del tribunale, gli eredi possono concordare con l’organismo di mediazione date e modalità degli incontri; spesso il primo colloquio si svolge nel giro di poche settimane.
Il mediatore non decide chi ha ragione: crea le condizioni perché ciascuno esponga le proprie richieste, chiarisca dubbi su valori e quote e valuti soluzioni di riparto che difficilmente un giudice potrebbe “imporre”. In questo spazio protetto, riservato e strutturato, nasce di frequente l’accordo che mette fine al conflitto.
Vantaggi concreti, misurabili
Tempo: dalla domanda al verbale d’intesa trascorrono in genere pochi mesi, mentre una causa può durare anni.
Costi: gli oneri della procedura sono fissi per scaglioni di valore e risultano di norma molto inferiori a quelli di un contenzioso giudiziale completo.
Clima: il confronto avviene in uno spazio riservato e non belligerante, salvaguardando i rapporti familiari e la possibilità di collaborazione futura.

Come si svolge, in pratica
Domanda di mediazione: uno degli eredi la presenta (anche tramite il proprio avvocato) a un organismo accreditato.
Primo incontro: entro poche settimane il mediatore illustra metodo e costi, raccoglie le prime informazioni e verifica la disponibilità delle parti.
Accordo e formalità: la soluzione condivisa viene messa per iscritto, firmata e – con l’assistenza legale – può essere resa titolo esecutivo per volture e pagamenti.
Tempi e costi in cifre
Nella nostra esperienza un percorso di mediazione relativo a un patrimonio immobiliare medio si chiude spesso entro tre–sei mesi, contro i due–quattro anni necessari, in media, per una sentenza di divisione in tribunale. Sul fronte economico, gli indennizzi di mediazione oscillano in base al valore dell’eredità ma restano, in genere, di un ordine di grandezza inferiore rispetto alle spese legali e tecniche di un processo completo.
Un caso che vale più di mille statistiche Pensiamo a quattro fratelli che ricevono un appartamento in centro città e un terreno agricolo. Due vogliono vendere subito, uno vorrebbe tenere la casa per la propria famiglia, il quarto risiede all’estero e chiede liquidità. In mediazione, grazie a un’unica perizia condivisa, si è concordato di assegnare la casa all’erede residente, con un conguaglio in due rate pagate entro l’anno, mentre il terreno è stato posto in vendita con mandato congiunto a un prezzo minimo stabilito. In meno di cinque mesi il verbale di accordo era registrato e le volture completate, senza udienze, senza perizie contrapposte, senza epistolari avvelenati.
La mediazione nella divisione ereditaria non è soltanto un obbligo di legge: è l’occasione per chiudere una fase delicata protetti da un metodo strutturato, con tempi certi e costi contenuti. Nelle nostre sedi di mediazione affianchiamo famiglie e professionisti in ogni passo, garantendo riservatezza, competenza e uno spazio di incontro accogliente.


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